Il disegno, lo schizzo sono sempre stati considerati secondari, marginali, quasi strumenti di scarto. Nel concetto di scarabocchio troviamo rappresentata l’ideologia del fallimento. L’attenzione è rivolta a mettere in discussione la forma nell’istante del suo rivelarsi, nel tentativo di fissare qualcosa che ogni volta fallisce: astrazione lirica o figurazione del quotidiano, stile decorativo o risultato intimista. Una doppia ottica ingloba forma e informe, segno e colore. Queste opere risultano monocrome, annegate nel colore: nero, bianco, giallo, viola, blu, ecc. … la traduzione tecnica espressiva suggerisce una perizia artigiana: tavola, inchiostro, acrilico, olio… ma non è detto che tutto ciò sia esatto. La tecnica è in parte dimenticata per eccesso di abilità, il segno si complica, si infittisce: segni in gioco, segni urgenti, segni pulsanti che si agitano come code di lucertole, capaci di risignificarsi aprendosi alla forma e contemporaneamente chiudendosi in gorghi astratti. Punti di rammendo dove l’accelerazione dialoga contemporaneamente con il rallentamento minuzioso in un instabile equilibrio tra astrazione e figurazione.
