ELOGIO DELL’OMBRA

andrea chiesi

“… E’ morto l’animale o è quasi morto. Restano l’uomo e l’anima. Vivo tra forme luminose e vaghe che ancora non son tenebra. … Questa penombra è lenta e non fa male; scorre per un mite pendio e assomiglia all’eterno … Posso infine scordare. Giungo al centro, alla mia chiave, all’algebra, al mio speccio. Presto saprò chi sono.”

(Jorge Luis Borges, Elogio dell’ombra)

Dopo la mostra La casa del 2004, la OTTO Gallery espone nei propri spazi un nuovo ciclo di opere dal titolo Elogio dell’ombra che Andrea Chiesi ha concepito appositamente per questo evento.

La nuova ricerca di Andrea Chiesi è partita un anno fa da una incursione nella ex fabbrica di carrozze ferroviarie di Bologna, Casaralta, al centro dell’attenzione ormai da molto tempo per la morte di alcuni operai dovuta alla lavorazione dell’amianto e per le occupazioni abusive. Questo è l’unico luogo industriale che vedremo in mostra, in quanto l’artista si è introdotto, documentando tutto fotograficamente, in spazi abbandonati che un tempo erano abitati o in centri adibiti a diverse mansioni, come una ex colonia elioterapica, un ex sanatorio, un Archivio di Stato o l’ex casa del fascio a Predappio.

Questi luoghi apparentemente diversi tra loro, hanno in comune la memoria, l’importanza storica e sociale e una presenza umana che è ormai quasi solamente immaginata. Come nel ciclo La casa, anche in queste opere Chiesi dipinge il tempo che passa lasciando piccoli particolari e ricordi: libri di un archivio o oggetti incustoditi piuttosto che negativi di fotografie degli anni Settanta da cui prendono forma due dipinti di un ospedale di Trieste. La prospettiva dei luoghi e le linee vengono qui esasperate sempre di più, tanto da dare l’idea di avere di fronte spazi inesistenti, frutto dell’immaginazione dello stesso artista.

Esasperato è anche il contrasto tra l’ombra e la luce: i fasci di luce caravaggesca illuminano nettamente parte dei dipinti dando quasi uno spiraglio di vita là dove non è rimasto più nulla se non la malinconia e il ricordo. Dalle finestre da cui si intravedono scorci di esterni e da luoghi non detti, luce irreale e suggestiva illumina luoghi di passaggio, varchi e soglie da attraversare, come scale, alcune delle quali elicoidali che richiamano il DNA umano, e porte aperte sulla memoria.

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo che raccoglierà la documentazione della nuova ricerca di Andrea Chiesi che sarà affiancata da un testo critico di Franco Fanelli.

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