SE E’ VERO CHE LA NOTTE PORTA CONSIGLIO

luca caccioni

A otto anni dalla mostra personale Dessins de chambre (et d’autres) (2015) e a tre dalla collettiva L’Ospite (2020), Luca Caccioni torna nelle sale espositive della OTTO Gallery con la personale Se è vero che la notte porta consiglio, presentando una quarantina di opere inedite che hanno come supporto l’alluminio.

Sono racconti notturni quelli che il maestro bolognese affida alla purezza di una pittura distillata e sospesa, concentrata in opere di piccolo formato, evocative ed intime, eseguite in studio negli orari della notte più fonda o all’alba.

I dipinti, che sembrano galleggiare all’interno delle sale espositive, riecheggiano di echi sottili che suggeriscono come l’intimità della pittura sia al centro di questa mostra.

L’idea concettuale del controllo e della cancellatura tornano come tecniche fondamentali della pratica di Caccioni, che, lavorando per sovrapposizioni, costruisce queste immagini evocative con tecniche di addizione o sottrazione del colore. A testimoniare la narrazione della pittura troviamo poi un ulteriore elemento segnico, ricorrente nella sua pratica: la scrittura. Frasi e parole autosignificanti dal carattere poetico emergono nelle opere come memorie da svelare, similmente alle forme primordiali e allusive create dalla pittura.

La ricerca sul senso e sulle possibilità del segno – ora come immagine, ora come parola – che definisce l’opera dell’artista bolognese, lo porta volontariamente vicino anche all’idea di sublimazione: dal latino sublimis, sublimare viene inteso nel senso più puro del termine, come un qualcosa che innalza, che “orienta verso un punto di fuga nell’infinito, all’indeterminato’’, proprio come le opere presentate, sospese e dall’intento quasi magico. Così come la cancellazione, sublimare è un atto che implica una perdita, una relativa interiorizzazione ed elaborazione, ed infine la creazione di qualcosa di nuovo che si possa porre sia come soluzione, sia come nuovo punto di domanda. In ciò rivediamo l’utilizzo di Caccioni di mezzi antichi come la pittura ad olio e le velature, che vengono però completamente reinventati da tecniche come la cancellazione; oppure l’utilizzo di materiali insoliti come l’alluminio, superficie reattiva adoperata a partire dal 2019. Caccioni in tal senso si avvicina all’idea concettuale di sublimazione spogliandosi di canoni, tecniche, spazi e tempi convenzionali per lasciarsi guidare, in questo caso nella notte, verso nuovi linguaggi e codici atti a reinventare la pratica della pittura nella contemporaneità.

 

Luca Caccioni (Bologna, 1962).

Vive e lavora a Bologna, dove è titolare della Cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti. La sua opera è presente nelle collezioni di importanti istituzioni pubbliche e private, tra cui il MAMbo di Bologna, la Galleria Civica di Modena, la Fondazione CARISBO di Bologna, la Fondazione Unicredit, la BNL, la Permanente di Milano, il MAC di Lissone, la Fondazione VAF-Stiftung di Francoforte, il Museo Art.Plus di Donaueschingen.

 

 

 

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