SCATTO E SVILUPPO DEL GESTO

piero manai

a cura di Sabrina Samorì

La mostra presenta tre soggetti fondamentali del lavoro di Piero Manai (Bologna, 1951-1988): la “natura morta”, il “corpo” e la “testa”, per evidenziare l’importanza del gesto indifferenziato ed essenziale nel dare forma alle figure, gesto spesso concretizzato nello scatto fotografico, nelle polaroid su cui l’autore interveniva successivamente a pittura.

Un percorso retrospettivo e per alcuni versi inedito, che parte dalla Natura Morta, con una grande carta intelata del 1983, messa in relazione con una serie di polaroid e una tela più piccola di carattere “morandiano”, preambolo ai monoliti che verranno successivamente. Nella seconda sala tre lavori di grande intensità emotiva, una testa, un monolite rosso e una figura chinata, sospesa e intensa nello spazio bianco della parete, quasi scultura dipinta nella atemporalità della sua assolutezza. Nella terza e ultima sala troviamo una testa su plexiglas, un’opera inedita, molto vicina e in linea con la ricerca avviata sugli acetati. Racconta infatti Emanuela Cuniberti, che sta avviando l’archiviazione di tutto il lavoro di Piero Manai:

“E’ un pezzo unico, non ne esistono altri, realizzato negli ultimi tempi. Non so quali riflessioni lo accompagnassero, ma ricordo che Piero era molto soddisfatto di questo lavoro. Credo sia molto vicino a quanto sperimentava sugli acetati più piccoli, ma ugualmente, nella grande dimensione, non si era perso nel gesto.”

Nella stessa sala una serie di polaroid segnate da interventi pittorici, un’installazione composta da sei matite grasse su acetato raffiguranti sempre delle teste, e una serie di piccoli acetati che ricompongono una fisicità a brandelli, ricca di tensioni psicofisiche.

Curioso sperimentatore di molteplici tecniche, materiali e linguaggi, Manai ha prodotto un’arte di forte impatto espressivo che si è sviluppata con continuità fino alla sua prematura scomparsa. Le polaroid soprattutto, scattate tra il 1974 e il 1984, sono state un mezzo espressivo ricorrente e gli hanno dato la possibilità di trasformare e rimodellare le figure, i soggetti delle opere maggiori. Le polaroid sono l’espressione artistica immediata, su cui poter intervenire, accentuando e commentando l’immagine, secondo le tracce della sua esperienza visiva. Una ricerca intensa che lascia intravedere lo studio delle pose delle grandi tele e che manifesta l’attenzione di Piero Manai alla fenomenologia del corpo e alle sue possibilità di movimento e occupazione dello spazio.

Schermata 2015-11-03 alle 12.22.59