TRAMONTO

per barclay

Dopo le mostre Per Barclay del 2005 e Stanze d’acqua del 2008, l’artista norvegese torna nelle sale espositive della OTTO Gallery con la personale Tramonto.

E’ nel titolo il senso di un momento crepuscolare dell’esistenza e contemporaneamente l’evocazione di una realtà di fascino e bellezza, una dualità che, propria dell’opera di Barclay, percorre tutta la mostra diventandone il filo conduttore.

Per Barclay è artista di tensioni fisiche e psicologiche e la riflessione sulla drammaticità e sulla vulnerabilità della condizione umana, sull’inquietudine e angoscia proprie dei nostri tempi, attraversa tutta la sua arte. Lo sviluppo di questi temi nella mostra prende forma attraverso la trasformazione dello spazio della galleria in interventi diversi, secondo i registri dell’installazione, della fotografia e della scultura. Fotografie di misura monumentale, applicate direttamente sulle pareti a tutta grandezza, si adattano alle dimensioni delle sale in cui sono esposte e ne modificano la percezione architettonica.

Nell’ingrandimento in prima sala di Adolf Gun, Harstad 8, fotografia di un’installazione d’olio realizzata a Harstad in Norvegia, lo spazio viene dilatato a dismisura fino quasi a creare un ambiente immersivo dove l’inquietante bellezza del soggetto della fotografia, un cannone da guerra, non smette di ricordarci la crudeltà dell’uomo, questo animale violento e competitivo.

La sala centrale della galleria viene trasformata, attraverso una grande installazione d’olio, in uno spazio riflettente, galleggiante e di immaginazione, dove si innescano una serie di relazioni antitetiche: sopra/sotto, molto/poco profondo, solido/liquido, assenza/presenza. L’incertezza generata dalla perdita delle coordinate percettive contrasta con la perfezione estetica della superficie d’olio nero vellutato e immobile che riconfigura l’architettura circostante e capovolge l’immagine della crocifissione di Cimabue (oil room) che vi si riflette.

A concludere il percorso espositivo la fotografia di un interno (water room) del 1992 e una scultura a parete introducono il tema della dimensione abitativa negata e suggeriscono un’altra coppia oppositiva ricorrente nell’opera di Per Barclay: fuori/dentro, rammentandoci che tutte le sue opere sono innanzitutto dei luoghi, chiusi e inaccessibili.

 

Per Barclay (Oslo, 1955). Vive e lavora tra Torino e Oslo.

Ha studiato storia dell’Arte all’Università di Bergen, completando poi la sua formazione all’Istituto Statale d’Arte di Firenze, all’Accademia di Belle Arti di Bologna e infine all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1990 partecipa al Padiglione dei Paesi Nordici alla XLIV Biennale di Venezia. Le sue opere sono state esposte in prestigiosi musei nazionali e internazionali, tra i quali: Henie-Onstad Art Centre di Oslo, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza, Museet for Samtidskunst di Oslo, CCC Centre de Création Contemporaine di Tours, Palacio de Cristal, Parque del Retiro, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, Fondazione Merz di Torino, CAC Málaga Centro de Arte Contemporáneo di Málaga. Tra le mostre più recenti, nel 2014 ha preso parte alla seconda edizione di “Icastica”, ad Arezzo, creando una installazione d’olio nella Chiesa di San Domenico, sotto il crocifisso del Cimabue. Nello stesso anno espone a São Paulo, Brasile, in “Made by Brazilians…Creative Invasion”. Nel 2015 viene invitato a partecipare a “L’albero della cuccagna”, manifestazione ideata da Achille Bonito Oliva, realizzando una camera d’olio a Ca’ Pesaro, Venezia. Nel 2017, ha presentato una sua grande installazione all’inaugurazione del Centre de Création Contemporaine Olivier Debré a Tours, Francia. Nel 2018 in occasione di “Manifesta 12” realizza una grande installazione d’olio alla Cavallerizza di Palazzo Mazzarino di Palermo e tiene la personale “Camere d’olio” al Museo Nazionale KODE di Bergen.

 

 

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