SEMBIANZE DI COSE

luigi carboni

Per la quarta volta la OTTO Gallery presenta nei suoi spazi un nuovo ciclo di opere di Luigi Carboni composto da grandi tele e sculture di vetro, legno e resina di ispirazione minimalista che costituiscono l’esposizione Sembianze di cose.

Nelle tele una trama intricatissima di segni si addensano sulla superficie costruendo un tessuto complesso di immagini in cui la riconoscibilità figurativa si disperde nell’identificazione dei piani prospettici e nella totale assenza di una spazialità tradizionale. Una pittura che si costruisce attraverso sofisticate relazioni tra segno, immagine e colore per comporre rimandi a concetti come rischio, casualità e gioco. Questa pittura non toglie, non ricerca la sterilizzazione dell’opera, non opta per la strategia della sparizione, anzi dà libero sfogo al segno/disegno, al decoro dove l’idea “barocca” serve ad instillare nel lavoro un interrogativo critico sul concetto di desiderio.

L’attenzione dell’artista è rivolta a mettere in discussione il confine tra astrazione lirica e figurazione del quotidiano, tra stile decorativo e risultato intimista portando l’oggetto pittorico all’essenza profonda del suo essere dando vita a una tensione emotiva tra sensibilità e concetto. L’opera accoglie e racconta una porzione di mondo, tutto è lì sotto i nostri occhi: astratto e figurativo, forma e colore, ritmo e stasi, dettaglio e insieme, ripetizione e unicità, ordine e caos. L’oggetto pittorico nella pienezza dei codici usati si riconduce all’essenza profonda del suo essere, risultando un antidoto sicuro contro ogni naturalismo di ordine narrativo elevandosi a puro pensiero.

Nelle sculture nulla è offerto direttamente e allo stesso tempo tutto si rivela: l’attenzione si concentra sulla contrapposizione tra i materiali scelti e la loro trasformazione, tra l’oggetto isolato e l’ostentato artificio, tra formalismo scultoreo ed estetica del design, dove il piacere visivo può trasformarsi in qualsiasi momento in abuso e dove l’oggetto più silenzioso può diventare in qualsiasi momento molesto.

Carboni richiamandosi alla logica della differenza e segnalando l’approdo della ricerca al linguaggio, ci parla di un’arte della pluralità degli opposti.

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